SPECIALE LUOGHI PER LA MEMORIA –Operazione AVALANCHE Salerno 1943-2021 |
![]() ![]() |
L’Associazione “Amici del Tricolore APS” in sinergia con l’Associazione “13 FRATELLI” di Cava dei Tirreni, l’Associazione “Nazionale Marinai d’Italia” Sez. di Salerno, il Museo della Memoria e della Pace Giovanni Palatucci - Campagna, il Coordinamento Territoriale di tutte le associazioni Combattentistiche e d’Arma e Storico culturali, la WH-43, la Free Company Salernum, in occasione del 77° e del prossimo 78° anniversario dello sbarco alleato a Salerno con l’Operazione denominata AVALANCHE, ha realizzato uno SPECIALE denominato LUOGHI PER LA MEMORIA –Operazione AVALANCHE Salerno 1943-2021, a seguito del docu-film 13 FRATELLI prodotto dall’Associazione 13 Fratelli, presidente Pasquale PAGLIUCA.
Lo SPECIALE sintetizzerà al massimo le possibilità della comunicazione video e sarà utilizzato come presentazione dell’evento “Luoghi per la Memoria” presso varie sedi designate dal Comune di Salerno e Provincia. E’ stato progettato con una durata massima di 30 minuti (per adattarsi alle necessità del contenitore, dello slot disponibile o del palinsesto televisivo). Si tratterà di uno strumento chiave, da utilizzare anche in previsione di future misure restrittive COVID 19, e nei percorsi didattici virtuali. Inoltre ha lo scopo di giungere alla cittadinanza agli studenti e di seguito alle giovani generazioni, con tutta la forza e di rinvigorire e rimembrare la nostra storia, per non dimenticare.
Vari luoghi sono stati scelti dalla regia e dai nostri storici, a testimonianza dei fatti realmente accaduti:
• In data 05 giugno 2020, sbarco truppe inglesi: spiaggia in località Paestum, presso la Base Logistica addestrativa del Comando Comprensorio di Persano;
SINTESI DEI FATTI STORICI DAL 08 SETTEMBRE 1943
Nome in codice Operazione Avalanche (VALANGA): lo sbarco Golfo di Salerno, comprendente l'arco costiero da Maiori ad Agropoli, ebbe inizio alle ore 3:50 del 9 settembre 1943, a poche ore dal comunicato di Pietro Badoglio, il quale aveva informato il popolo italiano, via radio, dell'armistizio con gli Alleati anglo-americani. Gli obiettivi dell'operazione, delineati in sinergia dal generale Dwight D. Eisenhower, comandante in capo del Teatro di Operazioni Mediterraneo, dal generale Mark W. Clark, comandante della V Armata e dal vice ammiraglio Henry K. Hewitt, comandante della Forza Navale d'Impiego Occidentale, era di allontanare i Tedeschi dall'Italia Meridionale quanto più possibile. La scelta tattica: Punto chiave era l'aeroporto di Montecorvino, il nodo stradale e ferroviario di Battipaglia a sud, la piana del Sele era stata bonificata qualche anno prima dal regime fascista, popolata da paesini collinari e piccole casa coloniche agricole, spesso solate. Vi era un buona viabilità, la S.S.18, collegata con Napoli, attraversava Salerno, da dove congiungeva la S.S.88 per Avellino, poi Battipaglia, con la S.S.19 per Eboli e Potenza ed Agropoli; da Vietri, dalla strada della Penisola Sorrentina si poteva giungere verso Napoli attraverso il passo di Chiunzi, il porto di Salerno ed il passo di Chiunzi a nord, la rete ferroviaria era efficiente, per raggiungere facilmente Napoli a seguire Roma e ben collegata con Potenza.
Le Forze Alleate, guidate dal Generale Americano Mark Waye Clark, era composto da 450 unità anfibie che trasportavano 100.000 soldati britannici e 70.000 americani, tutti provenienti dal nord Africa e dalla Sicilia. L'Italia era occupata dai tedeschi, alleati con gli italiani fino al giorno prima, quando fu dato ordine all'Esercito italiano di cessare ogni atto di ostilità nei confronti delle forze anglo-americane. Gli Alleati erano a conoscenza dell’Armistizio prima dello sbarco e del popolo italiano. Si diffuse euforia tra le truppe e si pensò a un'operazione vinta in partenza, ma non fu così. I tedeschi si erano asserragliati sopra le colline salernitane, a presidio dei punti strategici: fu una carneficina. L'operazione costò centinaia di morti e si concluse solo il 1° ottobre, con l'ingresso delle truppe alleate a Napoli.
La forza di invasione attuò, come stabilito in precedenza, due sbarchi, a distanza di 15 chilometri uno dall'altro, utilizzando, come divisore, il fiume Sele. Con questa operazione, gli alti Comandi Alleati intendevano costituire un'importante testa di ponte nel territorio dell'Italia continentale, il cui obiettivo era di creare un trampolino di lancio per la conquista di Napoli e il suo fondamentale porto, utile per rifornire le truppe alleate impegnate sul fronte italiano. Le forze statunitensi della 5ª Armata statunitense del generale Mark Clark, impegnate nello sbarco, sarebbero state successivamente raggiunte dalle forze dell'8ª Armata di Bernard Montgomery provenienti da sud (operazione Baytown), assieme alle quali avrebbero poi attaccato le postazioni difensive tedesche del Volturno e della Gustav nell'Italia centrale.La 36^"Texas", agli ordini del contrammiraglio John L.Hall, rinforzata da carri armati ed artiglieria, sbarcò sul litorale di Paestum, per difendere la testa di ponte e permettere il giorno successivo lo sbarco della 45^Divisione. La 56^ doveva conquistare l'aeroporto di Montecorvino ed occupare il territorio che lo dominava a nord per assicurarsi il controllo della strada tra Battipaglia e Barizzo per il ricongiungimento con la 36^americana.
i Tedeschi fecero saltare il Ponte Barizzo, sul Sele, ma i generali Dawley del VI Corpo d'Armata e Walkerdella 36^ Divisione, nonostante le difficoltà incontrate, riuscirono a tenere testa e stabilire la testa di ponte per circa otto chilometri. I Commandos della Special Service Brigade, al comando del generale Laycock, sbarcarono senza difficoltà a Marina di Vietri con mezzi d'assalto e rifornimenti.
I britannici sotto attacco tedesco riuscirono ad occupare Vietri ed organizzare gli aiuti da inviare alla 46^ divisione sbarcata a Pontecagnano. Nel frattempo, anche l'altro corpo speciale, i Rangers, era sbarcato a Maiori, riuscirono a bloccare l'accesso da Minori sull'unica strada percorribile da elementi contrattaccanti ed assicurando la protezione del fianco sinistro dei Rangers. Successivamente il 1°, il 3° ed il 4° Battaglione andarono verso nord, sulla Vallata di Tramonti. Ancora un conflitto e la resa dei tedeschi. Alle ore 8 l'intero raggruppamento, agli ordini del tenente Derby, aveva raggiunto il Valico di Chiunzi. Alle 16.30 le truppe alleate attraversarono le strade deserte di Salerno e proseguirono verso Cava dei Tirreni, incontrando i Commandos a Molina di Vietri.
I bombardamenti navali furono un ulteriore elemento decisivo ai fini della risoluzione della vicenda militare. La risposta dei cannoni navali misero in difficoltà le forze opposte, attutendone l'impeto ed infliggendole perdite di uomini, artiglieria e mezzi corazzati. Occupata la spiaggia, la Quinta Armata fece buoni progressi durante la giornata del 10, ma cominciò ad emergere un problema strategico, il vuoto tra i due Corpi d'Armata e, in particolare, dal corridoio tra il Sele ed il Calore compreso tra la confluenza e la S.S.19, strada percorsa dai rinforzi nemici in arrivo dalla Calabria. Per portare le truppe avanti, occorreva riparare il Ponte Barizzo per permettere alle truppe della 45^ Divisione di ridurre la lacuna tra i due Corpi. Gli attacchi tedeschi del giorno 11 settembre si rivolsero proprio tra i due Corpi, con gravi perdite della 45^ Divisone. Molti reparti alleati si sbandarono, furono catturati molti prigionieri. Vennero riconquistate posizioni importanti strategicamente come Battipaglia ed Altavilla. Per fronteggiare l'urto delle forze tedesche il generale Clark decise di far intervenire la 82^ Divisione Aerotrasportata di paracadutisti Airborne, detti pathfinders, ossia paracadutisti specialisti con il compito di piazzare a terra radiofari, radar-guida e luci al crypton per gli aerei che seguivano, comandata da generale Matthew B. Ridgway.
Rimasti inoperosi all'aeroporto di Licata, essi effettuarono tre missioni: due lanci in zona Paestum (13-14 e 14-15 settembre) ed uno in zona Avellino (14-15) e furono mandati subito in prima linea. Ma neppure l'intervento dei paracadutisti modificò la situazione, i Tedeschi continuarono l'avanzata e le loro avanguardie giunsero in vista del mare. Il punto focale del contraccolpo tedesco del 13 settembre fu il corridoio Sele-Calore, quindi sul fronte americano, gli Alleati continuarono a subirono umilianti sconfitte, ma fallì nel suo obiettivo finale di raggiungere il mare e di rivoltarsi sui fianchi dei due Corpi d'Armata per eliminarli dalla testa di ponte, il generale Alexander decise, allora, di optare per l'intervento della squadra navale. Per la prima volta la Marina veniva impegnata in una battaglia campale.14 settembre una potente squadra da battaglia lasciò Malta diretta verso Salerno, le unità delle Divisioni si erano riorganizzate e partirono al contrattacco.
Nella notte tra il 14 ed il 15 i bombardieri gettarono nel caos le comunicazioni tedesche, compromisero la mobilità delle truppe, danneggiarono o distrussero molti obiettivi militari, ma, purtroppo, non mancarono le stragi sulla popolazione civile. Una vera e propria valanga di fuoco si abbattè sul Salernitano. I bombardamenti dell'aviazione alleata continuarono prepotentemente per tutto il giorno 15. La contraerea tedesca era del tutto inadeguata a fronteggiare l'attacco nemico e puntava solo sulle navi cariche di rifornimenti e rinforzi. Il generale Heinrich von Vietinghoff (a guida della Decima Armata) ricevette, in data 16 settembre, l'ordine da Kesselring di avviare un piano di ripiegamento graduato facendo perno su Salerno e distruggendo tutte le strade e le vie di comunicazione dirette per Napoli ed Avellino.
Dopo lo sbarco a Salerno, nella notte, gli Alleati sono riusciti a spingersi verso l`interno. Ciò priva del Comando, per qualche tempo, le truppe tedesche che si trovano nell`Italia del Sud. La stessa notte, le forze tedesche del Comando Sud danno inizio all`Operazione Asse. Kesserling gioca la sua ultima carta, fa convergere, da ogni parte, su Roma le forze corazzate. La resistenza delle truppe italiane è eroica, ma non sufficientemente coordinata e appoggiata dall’arrivo degli Alleati. Roma capitola ai tedeschi.
Dopo dieci giorni di aspri combattimenti, gli alleati, che avevano subito perdite molto più elevate dei tedeschi, riuscirono a uscire dalla testa di ponte e a riorganizzarsi in vista dell'avanzata verso Napoli, che venne conquistata il 1º ottobre 1943. I tedeschi, al contempo, preferirono ripiegare ordinatamente verso nord in direzione della linea fortificata, denominata linea del Volturno, arroccata nell'impervio territorio appenninico a nord del capoluogo campano, dove si prepararono ad affrontare gli Alleati in avanzata.